Monumenti e Chiese
Chiesa Arcipretale del Redentore:
Questa grandiosa costruzione è lunga 75 m, larga 34 m e alta 39 m. Si presenta a croce latina, a tre navate, in stile neoromanico con lievi elementi bizantini e gotici. Fu eretta, da Leopoldo de' Claricini, al posto della vecchia chiesa dei Santi Vittore e Corona, della quale si hanno notizie che esistesse già prima del '400 e della quale sono stati conservati e ricomposti nella nuova quattro altari.
La nuova parrocchiale fu consacrata il 15 luglio 1877 dall'Ausiliare del Principe Vescovo di Trento Benedetto di Riccabona, mons. Haller, che divenne poi Cardinale di Salisburgo. Fu dedicata al Redentore (di cui ricorre la festa patronale la terza domenica di luglio), una statua del quale, alta tre metri e venti, fusa in bronzo da artigiani locali nel 1946, sta al culmine del fastigio della facciata. Il campanile è quello dell'antica chiesa e, sul lato sud, in basso, porta il Monumento ai caduti di tutte le guerre, opera dello scultore Caron.
Chiesetta di San Biagio:
Questa graziosa chiesa, dedicata a San Biagio Vescovo di Sebaste in Armenia, il cui martirio risalirebbe al 316, sorge sul colle omonimo (571 m s.l.m.), un sito archeologico non ancora esplorato, in prossimità di un antico castelliere. Si può raggiungere a piedi dal centro di Levico con una comoda passeggiata di circa 30 minuti. Accanto alla chiesa fu costruito nel 1640 un romitorio, distrutto da un incendio doloso nel 1669, nel quale risiedeva un eremita custode della chiesetta, che era meta di pellegrinaggi soprattutto ai tempi delle pestilenze e in quelle circostanze vi vennero sepolte alcune vittime della malattia (nell'estate del 1951, durante lavori di restauro, furono trovati a fianco della chiesa tre scheletri sepolti senza bara). La piccola chiesa ad aula è una costruzione trecentesca che fu ampliata nelle forme architettoniche attuali nel 1506.
È preceduta da un protiro e conclusa da un'abside poligonale con volte a vela, sulle pareti della navatella con copertura a capriate di legno, che è la parte più antica, si conservano affreschi trecenteschi di differenti artisti di scuola veneta pre-giottesca e giottesca. La decorazione dell'abside è opera di un singolo frescante friulano rinascimentale della scuola di Domenico da Tolmezzo.
La chiesetta è aperta per le visite a cura del Gruppo Anziani e Pensionati di Levico Terme che, in accordo con la Parrocchia di Levico, durante l'estate è disponibile per questo servizio in giorni stabiliti.
Chiesa della madonna del Pezo:
La chiesa è situata nella parte est della città, nel punto in cui si dipartono le strade per le frazioni di Barco e Selva, ai margini orientali del Parco delle Terme.
Costruita fra il 1612 e il 1618 nel luogo di un antichissimo capitello con un'immagine miracolosa della Madonna, fu chiamata S. Maria della Crocetta o della "Croseta" o anche del "Pézo" per alcuni abeti che erano stati piantati nei pressi.
Era meta di molti pellegrinaggi anche dai territori circostanti e fu oggetto di particolare devozione durante la peste del 1636. Questa costruzione scomparve tra il 1784 e il 1786 per lasciare posto all'odierna chiesetta, a pianta esagonale, che prese definitivamente il nome di "Madonna del Pézo".
Lì accanto fu aperto, nel gennaio 1786, il nuovo cimitero, che sostituiva quello nel centro del paese a ridosso dell'antica chiesa dei Santi Vittore e Corona. Dopo l'apertura, il 6 gennaio 1924, del nuovo Cimitero Civile in località "Erti di Barco" e la traslazione nell'Ara Monumentale di tutte le ossa nel 1956-57, quel Camposanto divenne parte del Parco delle Terme.
Chiesetta di San Valentino:
Fu costruita come chiesa dello "ospitale" tra il Quattrocento e il Cinquecento ed era anche chiamata, in riferimento alla peste del 1575, dei Santi Lazzaro e Marta, ai quali era intitolato lo stesso ospedale.
Grazie ai recenti lavori di restauro sulla parete di fondo, dietro l'altare, sono stati messi in luce alcuni frammenti di un antico affresco: sono visibili la mano di una Madonna e la parte inferiore di un manto di ermellino, più in basso teste con copricapi caratteristici della Congregazione dei "Disciplinati" o "Battuti", che può offrire qualche riferimento per la datazione del dipinto, in alto i busti di due santi.
Sulla parete di sinistra è presente un grande quadro del 1650 con San Valentino prete, patrono degli epilettici; Santa Lucia che tiene in un minuscolo vassoio i suoi occhi; Santa Apollonia, patrona dei dentisti, che tiene in mano uno strumento del cavadenti; in alto la Madonna del Carmine.
La Torre del Belvedere
E’ stata eretta nella prima metà dell’800 dal podestà Emilio degli Avancini, di nobile famiglia levicense proprietaria di tutta l'area dove oggi si trovano la Canonica e l'Oratorio. La torre collocata in prossimità dell'incrocio tra via Caproni e viale Roma è a pianta ottagonale, alta 18 metri, munita di una scala esterna a spirale in pietra incastrata nella muratura sulla quale si intravedono vari motivi decorativi.
La costruzione, ormai entrata nel panorama di Levico, è stata "adottata" dal F.A.I., sottoposta ad importanti opere di restauro sarà presto aperta al pubblico.
La fontana di Piazza Venezia
Costruita intorno alla metà del '500, era posta nella piazza della Chiesa all'imbocco di via Trieste (allora "Contrada della fontana") quasi sotto l'arco passante di casa "Slucca-Matteoni".
Dopo la costruzione di "Piazza della Fiera", aperta nel 1836 appunto per le "fiere" ed i mercati, la fontana, nel 1922, fu smontata e portata dove ora si trova. Ha vasca ottagonale e l'acqua zampilla da quattro cannelle di una colonnina centrale.
Esisteva, fino agli anni Cinquanta, una sua "gemella" nella piazza della Chiesa di Selva.
Il ristorante Vecchia Fontana era tappa dei numerosi escursionisti che firmavano il registro di transito del sentiero Europeo E5. Il registro è tutt’oggi depositato presso l’Istituto Culturale Cimbro di Luserna.
Tomba Romana
Il sarcofago romano in pietra calcarea, collocato a Levico Terme di fronte al parco nei giardini di Via Marconi, fu rinvenuto nel 1858 nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria.
E’ decorato da bassorilievi a soggetto rituale: un festone fitomorfo, una patera ed una brocca. Questi strumenti delle cerimonie funebri pagane ce lo dimostrano romano, cioè non barbarico, e pagano, probabilmente dell’età del Basso Impero. L’assenza di ogni simbolo militare esclude che si tratti di un milite.
Accanto al sarcofago furono dissotterrate altre tombe di pietra e di cotto. Si trattava dunque di una necropoli, che presuppone une popolazione stabile, probabilmente dedita all’agricoltura e al commercio.
Le case dipinte di via Dante
Lungo via Dante, asse centrale del centro storico di Levico Terme, si trovano una di fronte all'altra, la casa "de Prez" con l'omonima farmacia e la casa "Arese".
Sono un importante esempio di costruzioni in stile liberty, insieme all’Imperial Grand Hotel Terme. Le case furono edificate tra il 1910 e il 1912 e portano, oltre agli interessanti affreschi delle facciate, elementi tipici dello stile di quel periodo come medaglioni, poggioli, bifore.
Il giardino della memoria
Una parte dei giardini dell'ex ospedale, dal maggio 2005, l'Amministrazione Comunale l'ha intitolata "Giardino della Memoria" facendo porre, lungo il vialetto che collega via Marconi alle Scuole e al viale della Stazione, due piante e due stele a ricordo di Giorgio Perlasca e della Shoah e del Metz Yegern, il genocidio dei popoli ebreo ed armeno. Negli anni successivi sono state poste altre piante a ricordo delle Vittime dei Gulag e Vittime delle foibe.
Il cimitero di guerra
Unito al Monumentale Cimitero Civile, è stato costruito durante la Grande Guerra e fu inaugurato il 4 novembre 1921.
Vi sono sepolti 978 caduti delle battaglie delle Vezzene del conflitto 1915-1918.
Una consolidata tradizione, vuole che ogni anno, in prossimità della ricorrenza dei Morti, i bambini delle scuole elementari, accompagnati dagli insegnanti, portino a questo Cimitero un mazzolino di fiori e sostino per una preghiera su quelle tombe tutte ugualmente segnate con una semplice croce di pietra.
Il Cimitero è periodicamente visitato pure dalla Croce Nera austriaca che vi si reca per cerimonie commemorative in accordo con il Comune di Levico e con altre autorità civili, religiose e militari levicensi e trentine.