PARCO DELLE TERME DI LEVICO
Un’oasi naturalistica di silenzio e di benessere che viene dal passato, ma che mantiene intatto quel fascino “lontano” e magico che solo un parco “storico” sa dare.
Qui potrete dimenticare lo stress della vita quotidiana e ritrovare le vostre energie fisiche e mentali, luogo ideale per passeggiare, per correre, fare un po’ di attività fisica, riposare o leggere un buon libro.
Oggi il parco ha una struttura arborea più aperta, dove si alternano maestosi alberi, bellissimi spazi aperti erbosi e aiole fiorite. Questa sua piacevole variabilità consente di ospitare grandi eventi culturali e ricreativi, offrendo comodo riparo e ospitale accoglienza a migliaia di visitatori.
Tra gli eventi di maggior rilievo ricordiamo il Mercatino di Natale da fine novembre fino all’epifania.
In primavera, si apprezzano le fioriture stagionali, le vaste aree di bulbose con i campanellini e i bucaneve, i tulipani, i muscari bianchi e blu e le fritillarie, oltre alle specie arbustive e qualche specie rara come la Lonicera fragrantissima.
In estatesi visita il parco per passeggiare nel viale principale godendosi la frescura sotto i maestosi alberi, per apprezzare fioriture del calicanto d’estate o per partecipare alle attività didattiche e ricreative organizzate nell’ambito delle iniziative di “Vivere il parco”: matinées musicali, incontri natura presso il gazebo, visite guidate al parco, laboratori di educazione ambientale e altre attività per bambini e ragazzi, seminari sulle tematiche del giardinaggio.
L’ autunno, caratterizzato dall’esplosione dei colori dei faggi (Fagus sylvatica) e dei platani, del Liriodendron tulipifera e del Liquidambar styraciflua.
In inverno i colori del parco sono ormai dominati dal bianco della oltre nevosa in contrasto con il verde delle maestose conifere: gli abeti rossi, gli abeti orientali (Picea orientalis) e il raro esemplare di Pinus coulteri.
Nel 1896 l'inaugurazione della nuova linea ferroviaria Trento-Levico-Tezze segna una tappa importante per l'affermazione della città di Levico come luogo di cura termale, legato allo sfruttamento delle acque minerali arsenico-ferruginose.
Il nuovo collegamento ferroviario stabilisce infatti la connessione fra Lévico e la Valsugana con il resto d'Europa, fra i confini meridionali dell'impero austro ungarico con il cuore della Mitteleuropa.
La storia del parco delle terme è strettamente correlata all’idea della città termale ed inizia nel 1898, con l'acquisizione da parte di Giulio Adriano Pollacseck, direttore della Società Levico-Vetriolo Heilquellen, di un "arativo con viti e gelsi... di metri 120.000 circa, al prezzo convenuto e accettato di 100.000 fiorini" nell'area Caodigne. Lo scopo è di creare un "luogo di cura termale" composto da un grande stabilimento - albergo immerso al centro di un grande parco.
All'inizio del ventesimo secolo il giardiniere di Norimberga Georg Ziehl ha l'incarico di disegnare il parco, che dovrà rispettare i canoni del gusto della moda ottocentesca. Sorge così un grande giardino termale, dotato di una rete di passeggiate per il diletto degli ospiti del grande albergo delle terme costruito a tempi di record e inaugurato nel 1905.
L’asse principale del parco parte dalla stazione ferroviaria di Levico, collegata in rapporto diretto con il complesso termale attraverso un viale alberato di faggi ormai secolari, arriva all'ingresso principale del parco e di lì al Grand Hotel attraverso un ampio cannocchiale visivo.
Risalgono a quell'epoca gli impianti delle alberature monumentali che ancora oggi si possono ammirare, come le tuie giganti.
Villa Paradiso, la graziosa costruzione in stile Liberty collocata nella posizione centrale del parco, è la residenza del giardiniere.
Sono invece del dopoguerra i faggi e le altre latifoglie, aggiunte al parco dall'allora direttore Alcide Saltori che per primo inserirà le aiuole di fiori nelle radure un tempo dedicate all'elioterapia.
D'impianto più recente sono infine gli abeti del Caucaso che delimitano alcuni viali principali.